Progettare con il Clima

Progettazione bioclimatica perché

img progettazione bioclimatica

Non trovando in rete, un sito che parlasse in maniera coerente e maniera approfondita dei temi della progettazione bioclimatica, ho deciso di partire col progetto di questo sito.

Sono ben lontano dall’avere tutte le informazioni, per poter rispondere a tutti i quesiti che ad oggi mi pongo, ma sono sicuro che passo dopo passo assieme riusciremo a trovare le risposte a tutte le domande.

Ti sei mai chiesto:

Come effettuare una corretta Progettazione Bioclimatica nel 21° secolo?

Se esistono degli strumenti, tool e/o software, che ci aiutano nella Progettazione Bioclimatica?

La Progettazione Bioclimatica la possiamo intendere ancora oggi come ce lo hanno insegnato all’università? Oppure gli strumenti per la Progettazione Bioclimatica sono cambiati?

L’intento di questo sito è, fra le altre cose, anche quello di dare risposta a queste domande, BENVENUTO e buone letture!

P.s. Siamo alla costante ricerca di migliore ed integrare le informazioni e il nostro sapere. Se ritieni di poter dare un contributo alla diffusione e/o implementazione delle tecniche di Porgettazione Bioclimatica, saremo felici di conoscerle. 🙂

Perché ho aperto questo blog sulla progettazione bioclimatica?

La decisione di aprire questo blog è stata presa poiché in rete non sono riuscito a trovare molte informazioni per quanto riguarda la progettazione bioclimatica.

Su alcuni siti è stato pubblicato qualche articolo, nulla di strutturato. Concetti “vecchi” che sono rimasti gli stessi da quando ho lasciato l’università oltre 10 anni fa.

Nel frattempo per quanto riguarda la progettazione degli edifici c’è stata una vera e propria rivoluzione nel modo di progettare e costruire gli edifici e si è evoluto anche il modo di progettare gli edifici bioclimatici.

Software di progettazione che 10 anni fa erano estremamente semplici, quasi banali, oggi riescono a fare delle simulazioni molto complesse e dettagliate.

Anche i dati climatici di progettazione hanno trovato una propria “nuova” dimensione.

Oggi possiamo generare un set di dati climatici, basandoci su specifiche coordinata GPS del cantiere. Oltre alla generazione di dati climatici “generici”, oggi abbiamo la possibilità di generarli tenendo conto anche dalla situazione microclimatica specifica del sito.

Oggi va molto di moda la certificazione secondo il protocollo A oppure secondo il protocollo B. Molti progettisti si “perdono” cercando di soddisfare le richieste di un protocollo piuttosto che un altro, senza capire il vero motivo di questa o quella specifica del protocollo. 

E’ tornato il tempo di fare un passo indietro, di dare meno importanza ai protocolli e tornare a progettare come un tempo l’architetto sapeva fare.

Dalla progettazione 0.0 alla versione 2.0

Quando parliamo di strumenti di progettazione, a me piace associare il numero della “versione”, all’evoluzione dei tool di progettazione, proprio come si fa nello sviluppo dei software.

La versione della progettazione bioclimatica 0.0 la paragono a quel periodo, o a quel sistema di progettazione in base alla propria esperienza del clima locale.

Per chi è nato prima degli anni 80, possiamo dire più o meno come ce lo hanno insegnato all’università.

Una cosa, se ci pensate, fantastica, progettare in base all’esperienza, progettare in base all’architettura locale che in qualche modo tenevano già conto delle “best practice” (esempi migliori) per progettare in un certo clima.

Ma che nel XXI secolo, in cui la “velocità” è una fattore molto importante, in cui un tecnico può andare e spesso va, a progettare a decine di chilometri da casa propria, perde la connessione con il luogo, ovvero deve avvalersi di altri strumenti per conoscere il clima locale.

Di fatto molto spesso i dati climatici ed il microclima varia anche a pochi km di distanza e utilizzare strumenti nuovi per studiare e conoscere il clima è indispensabile.

Il fatto che una leggera depressione può crearmi un lago d’aria fredda, oppure il fatto che un pendio esposto leggermente a nord o a sud abbiano dei dati climatici anche sostanzialmente differenti, credo che ormai non sia più un segrete.

La Progettazione Bioclimatica 1.0.

A mio avviso, la Progettazione Bioclimatica 1.0, può essere paragonata a quel periodo in cui il progettista aveva a disposizione tool di progettazione semplici che potevano essere di aiuto per capire il clima locale ed utili per impostare un progetto / architettura. Questo periodo lo raccoglierei fra gli anni 2007-2013.

Oggi siamo passati alla versione 2.0. I i tool e software che possiamo avere a disposizione per la progettazione bioclimatica sono estremamente precisi, ma anche e purtroppo, più complessi.

Siamo entrati nell’era della progettazione 2.0 soltanto tre o quattro anni fa. Nonostante ciò ci stiamo avvicinando a passi molto rapidi verso la progettazione bioclimatica 3.0.

Personalmente definisco la versione 3.0, il periodo in cui gli strumenti avanzati e molto complessi, pur continuando ad effettuare “calcoli complessi” vengono resi accessibili anche al gran parte dei progettisti che non hanno una competenza molto avanzata del tema.

Potremmo definire l’era della versione 3.0 il momento in cui la progettazione bioclimatica viene integrata nei comuni software di progettazione architettonica (tipo Archicad o Revit).

Non ci siamo ancora, ma credo che ci arriveremo molto presto.

Progettazione bioclimatica vs. Progettazione ecologica e Progettazione ecosostenibile

La progettazione bioclimatica, per come la intendo io, è la progettazione architettonica in un determinato luogo che è caratterizzato da un determinato clima locale.

Questo clima, varia da zona a zona e può variare sensibilmente anche a pochi chilometri di distanza.

Per capire questo tipo di progettazione, una base per quanto riguarda la meteorologia microclimatica è fondamentale. Se resto a progettare nella “zona di competenza” che conosco, nessun problema, tutto sembra ovvio.

Non ci facevo molto caso fino a quando non ho iniziato a spostarmi per effettuare consulenza energetica in diverse zone d’Italia, soltanto a quel punto “mi sono accorto” di quanto il microclima è diverso, anche in due località che si trovano a pochi km di distanza.

Piccole depressioni, se non hanno sfogo, possono generare dei bacini di aria fredda. Pendii esposti a sud di una vallata, hanno un clima completamente diverso rispetto ai pendii esposti a nord della stessa vallata. Zone esposte le brezze marine si comportano completamente diversa rispetto a zone che distano pochi chilometri che però non sono influenzate da queste brezze.

Non sarò di certo io a dirti che la progettazione bioclimatica 0.0 non funziona. Anzi se chiedete a me sono fermamente convinto che sia una delle metodologie di progettazione più corrette che esistono.

Quello che Però ho notato, è che la progettazione bioclimatica 0.0 cita sempre gli “stessi” esempi, che purtroppo nel XXI secolo non possono più essere ritenuti rappresentativi, poiché la tecnica, la tecnologia e lo standard in termini di comfort si è alzato notevolmente.

Il paradigma dell’architettura è cambiata, il paradigma del comfort è cambiato, il paradigma di come vivere la casa è cambiata, il quadro legislativo è cambiato, …

Per questo e per molti altri motivi, dobbiamo rinnovare il metodo di progettazione degli edifici bioclimatici. 

Il mondo dell’edilizia sta cambiando (è già cambiato) ed è utile stare a passo coi tempi

La progettazione ecologica ed ecosostenibile

La progettazione ecologica e la progettazione ecosostenibile, per come la intendo io sono argomenti estremamente complessi e toccano temi di una vastità incredibile.

Per valutare l’ecologia o la sostenibilità ambientale di un edificio, bisognerebbe iniziare a valutare ogni singolo componente. Argomenti sicuramente molto interessanti, purtroppo ci troviamo nella situazione che nessun committente accetterà o sarà mai disposto a pagare per edifici medi o piccoli.

Non basta dire che una casa è in legno per dire che è ecologica e/o eco-sostenibile.

Prima di affermare questo è utile capire qual è la provenienza del legno quali lavorazioni sono state fatte, quali colle sono state impiegate (per incollare i vari strati del legname), quanti chilometri ha percorso quel legno prima di arrivare in cantiere, qual è la sostenibilità ambientale del luogo di provenienza del legname, quale e quanto metallo è stato installato in una casa in legno (chiodi, ferramenta di giunzione degli elementi), quali sono i sistemi e materiali strutturali, e quali sono i materiali ed i trattamenti per le finiture, …

Insomma avete capito, il tema è ben più complesso del semplice fatto di dire: una casa è in legno quindi è ecologica o eco-sostenibile.

Per quanto riguarda la eco-sostenibilità, quello che possiamo fare oggi sono delle valutazioni semplificate del LCA Life Circle Assessment – Valutazione del Ciclo di Vita. Prtroppo essendo semplificate a volte si rischia giungere delle conclusioni completamente errate rispetto alla realtà.

Stessa sorte anche per la valutazione dell’ecologia dei materiali. Possiamo dire si che un materiale, in linea di massima, è più ecologico di un altro, ma anche qui bisognerebbe perdere ore su ore, per valutare e verificare certificati e capire la loro serietà/veridicità…

Materia prima a km 0

Mi permetto di citare qui il tema della “Materia prima a km 0, non per rispondere a questo tema estremamente interessante, quando quello di lasciare una briciola di traccia da seguire ed esplorare per il futuro.

Se ritieni di essere esperto in questo argomento o di avere notizie interessanti a proposito mi piacerebbe avere un confronto con te, contattami 😀! 

Se questo articolo di è piaciuto, inoltra il link della pagina alle persone che ritieni più interessate.

Consigliamo la lettura di questo interessante articolo sul software di progettazione CASAnova

p.s. Stiamo cercando di creare una comunità attorno a questo tema e a breve lanceremo un gruppo su facebook 🙂

Nel frattempo ti lascio il link della nostra pagina facebook: https://www.facebook.com/ ProgettazioneBioclimatica

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